sabato 18 gennaio 2014

Il Movimento Costituzionalista a 5 stelle

Il Movimento 5 stelle è populista. … Verissimo!

Lo è nell’accezione più elevata del termine, poiché esalta in modo demagogico il popolo come depositario di valori totalmente positivi.

L’accezione più elevata del termine ce la fornisce in Italia, l’articolo 1 della Costituzione (secondo capoverso) che recita:

“La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”.

A tal proposito vorrei inoltre rappresentare che la Corte Costituzionale con la sentenza n.1/2014 ha sancito in maniera inequivocabile che il Movimento 5 stelle è la comunità di cittadini più vicina ai principi della Costituzione tra le forze attualmente disponibili nel panorama politico del nostro paese.

Qui voglio fornire la dimostrazione.



Sin dalla sua nascita il Movimento ha espresso un solo messaggio chiaro ed inequivocabile:
Tutti a casa! (Noi compresi … senza alcuna eccezione).

La sentenza della Corte Costituzionale ne da un ampia e dettagliata argomentazione giungendo alla seguente conclusione nel punto 5 della sentenza:

In definitiva, è la circostanza che alla totalità dei parlamentari eletti, senza alcuna eccezione, manca il sostegno della indicazione personale dei cittadini, che ferisce la logica della rappresentanza consegnata nella Costituzione. Simili condizioni di voto, che impongono al cittadino, scegliendo una lista, di scegliere in blocco anche tutti i numerosi candidati in essa elencati, che non ha avuto modo di conoscere e valutare e che sono automaticamente destinati, in ragione della posizione in lista, a diventare deputati o senatori, rendono la disciplina in esame non comparabile né con altri sistemi caratterizzati da liste bloccate solo per una parte dei seggi, né con altri caratterizzati da circoscrizioni elettorali di dimensioni territorialmente ridotte, nelle quali il numero dei candidati da eleggere sia talmente esiguo da garantire l’effettiva conoscibilità degli stessi e con essa l’effettività della scelta e la libertà del voto (al pari di quanto accade nel caso dei collegi uninominali).
Le condizioni stabilite dalle norme censurate sono, viceversa, tali da alterare per l’intero complesso dei parlamentari il rapporto di rappresentanza fra elettori ed eletti. Anzi, impedendo che esso si costituisca correttamente e direttamente, coartano la libertà di scelta degli elettori nell’elezione dei propri rappresentanti in Parlamento, che costituisce una delle principali espressioni della sovranità popolare, e pertanto contraddicono il principio democratico, incidendo sulla stessa libertà del voto di cui all’art. 48 Cost. (sentenza n. 16 del 1978).
Deve, pertanto, essere dichiarata l’illegittimità costituzionale degli artt. 4, comma 2, e 59 del d.P.R. n. 361 del 1957, nonché dell’art. 14, comma 1, del d.lgs. n. 533 del 1993, nella parte in cui non consentono all’elettore di esprimere una preferenza per i candidati, al fine di determinarne l’elezione.”

Vi è inoltre un altro segno evidente della costituzionalità del Movimento 5 stelle. Ed anche in questo la Corte Costituzionale con la stessa sentenza viene a supportare la tesi.

Tale forza politica è entrata in Parlamento ed ha fatto della difesa della Costituzione la sua principale battaglia politica pur consapevole della illegittimità dell’intero Parlamento e dei componenti stessi del suo gruppo. È salita sui tetti del palazzo di Montecitorio a rivendicare il diritto di disobbedienza civile a difesa dello scempio, più che modifica, dell’articolo 138 della Cost. di cui volevano farsi promotori tutti gli altri parlamentari.

Ecco cosa dice la Corte Costituzionale in merito alla questione del premio di maggioranza dichiarato illegittimo e citando in questo, la sua implicazione illegittima sull’organo costituzionale più importante (il Parlamento) ed unico in relazione alla delicata funzione di custode della Costituzione tramite l’articolo 138:

“In altri termini, le disposizioni in esame non impongono il raggiungimento di una soglia minima di voti alla lista (o coalizione di liste) di maggioranza relativa dei voti; e ad essa assegnano automaticamente un numero anche molto elevato di seggi, tale da trasformare, in ipotesi, una formazione che ha conseguito una percentuale pur molto ridotta di suffragi in quella che raggiunge la maggioranza assoluta dei componenti dell’assemblea. Risulta, pertanto, palese che in tal modo esse consentono una illimitata compressione della rappresentatività dell’assemblea parlamentare, incompatibile con i principi costituzionali in base ai quali le assemblee parlamentari sono sedi esclusive della «rappresentanza politica nazionale» (art. 67 Cost.), si fondano sull’espressione del voto e quindi della sovranità popolare, ed in virtù di ciò ad esse sono affidate funzioni fondamentali, dotate di «una caratterizzazione tipica ed infungibile» (sentenza n. 106 del 2002), fra le quali vi sono, accanto a quelle di indirizzo e controllo del governo, anche le delicate funzioni connesse alla stessa garanzia della Costituzione (art. 138 Cost.): ciò che peraltro distingue il Parlamento da altre assemblee rappresentative di enti territoriali.

Fatte queste premesse mi preme ricordare ai cittadini italiani che in questo clima di piena illegittimità tutte le forze politiche stanno discutendo come modificare le regole del voto in Italia.

Il Movimento 5 stelle dall’alto della sua piena costituzionalità appena dimostrata, ne vuole essere fuori poiché ritiene che la Corte stessa abbia già definito il modo con cui operare.

Basta leggere il punto 6 della sentenza nel quale viene sancito inequivocabilmente la modalità con cui operare ribadendo il concetto già espresso dalla Corte di Cassazione: «la proposta questione di legittimità costituzionale non mira a far caducare l’intera legge n. 270/2005 né a sostituirla con un’altra eterogenea impingendo nella discrezionalità del legislatore, ma a ripristinare nella legge elettorale contenuti costituzionalmente obbligati (concernenti la disciplina del premio di maggioranza e delle preferenze), senza compromettere la permanente idoneità del sistema elettorale a garantire il rinnovo degli organi costituzionali», fatta salva «l’eventualità che si renda necessaria un’opera di mera cosmesi normativa e di ripulitura del testo per la presenza di frammenti normativi residui, che può essere realizzata dalla Corte costituzionale, avvalendosi dei poteri che ha a disposizione».

Questo significa che la Corte di Cassazione prima di rimettere il giudizio di legittimità costituzionale alla Corte Costituzionale aveva già deciso che la legge n.270/2005 non era da annullare (caducare) né da sostituire “impingendo nella discrezionalità del legislatore” (illegittimo … aggiungerei).

Bene! Oggi c’è qualcuno che sta “impingendo” e sta abusando della discrezionalità del Parlamento senza nemmeno farne parte.

Il consiglio più che sano e argomentato che vorrei dare a questi signori (condannati in primo e terzo grado) è di evitare di aggiungere danno su danno. Meglio per tutto il paese è in questo momento accettare la sentenza della Corte fino solo al punto 6 della stessa. Perché chi ha aggiunto il punto 7 della sentenza ha il chiaro intento di “impingere” la sentenza.

Il punto 7 per chi non ha letto la sentenza stabilisce che “la decisione che si assume, di annullamento delle norme censurate, avendo modificato in parte qua la normativa che disciplina le elezioni per la Camera e per il Senato, produrrà i suoi effetti esclusivamente in occasione di una nuova consultazione elettorale, consultazione che si dovrà effettuare o secondo le regole contenute nella normativa che resta in vigore a seguito della presente decisione, ovvero secondo la nuova normativa elettorale eventualmente adottata dalle Camere.”

In evidente contraddizione con quanto stabilito fino al punto 6, chi ha forzato la mano per aggiungere questo paragrafo aveva il chiaro intento di fornire una via di fuga al sistema già molto compromesso.

Pertanto è mio dovere informarvi di quanto rilevato e lanciare un chiaro messaggio che riporti la legalità in questo paese prima ancora di ogni altra azione legislativa.

Questo il mio accorato appello a Napolitano affinchè sciolga le camere e ci riporti al voto secondo le regole democratiche e rispettando la Costituzione. Se lui non lo farà ci potrà sempre essere qualcuno che potrà anche dire che lo stesso Napolitano è illegittimo e pertanto dobbiamo ricorrere all’ultimo presidente legittimo prima di Lui o chi per Lui.

Un saluto … a riveder le stelle!

1 commento:

  1. In questo Paese,l'illeggittimo e' leggittimo e il leggittimo e' illeggittimo.Un gioco fi parole,come il gioco delle tre carte,vince il banco.
    Quando la Consulta ci riporta a quello che, e' regola,arrivano loro,i nemici amici,la destra e la sinistra,il rosso e il nero,letta 1 e letta 2, l'opposizione e la maggioranza, l'inciuccio e il disdettinciuccio. Insomma l''unipartito che ci ha governato per ventanni.
    Solo grazie ai cittadini entrati in parlamento,stiamo riuscento nell'impresa di mandarli tutti a casa.

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