lunedì 13 luglio 2015

Cos'è l'Europa?

L'Europa "dovrebbe essere" una comunità di stati sovrani.

Uso il condizionale perchè non lo è mai stata!
Non è una comunità, perchè una comunità si fonda sulla solidarietà tra gli Stati membri.

Aggiungerei che non sussiste nemmeno la sovranità che costituisce l'elemento essenziale degli Stati. La sovranità del popolo di decidere democraticamente ed esercitare il proprio potere sul proprio territorio e sulla collettività è stata invece sostituita da entità esterne che esercitano qualsiasi forma di ingerenza nei singoli stati.

La comunità non è mai stata realizzata perchè sia nel progetto di Comunità Economica che in quello di Unione Europea e soprattutto nell'ultimo progetto finanziario di Unione Monetaria (creazione dell'EURO) sono stati introdotti organismi decisionali che prescindono dagli stati.



Questi organismi in modi differenti afferiscono sempre ad un gruppo ristretto di Banche Internazionali.

Uno di questi organismi decisivi nella gestione della crisi dei debiti degli stati è il cosiddetto "fondo salva stati" ovvero European Stability Mechanism (ESM).

Il suo predecessore è stato il fondo EFSF (European Financial Stability Facility) che come si vede dalla presentazione della stessa istituzione è una Compagnia di diritto privato creata nello stato del Lussemburgo.

Da questo fondo partono la maggior parte degli "aiuti" agli stati della zona euro che mostrano difficoltà ad onorare le scadenze dei debiti contratti con altre istituzioni.

Perchè il rischio connesso con operazioni di questo tipo è nullo. Le banche che operano tramite il fondo ESM non rischiano nulla poichè i prestiti sono garantiti dagli stati membri che hanno partecipato al capitale di formazione dello stesso fondo ed hanno posto delle garanzie reali a protezione delle obbligazioni emanate dal fondo.

Quindi quelli che in gergo sono chiamati "aiuti" agli stati non sono altro che ulteriori finanziamenti.

Finanziamenti che si sostituiscono a vecchi finanziamenti con la garanzia degli stati.

Quali sono le banche che partecipano a questo grande progetto internazionale di creazione di opportunità finanziarie a rischio nullo? Le potete trovare nella figura in basso.

Le Banche Internazionali sono state il vero centro decisionale della Comunità Europea e dell'attuale Unione Economica e Monetaria (UEM).

L'Unione Europea quella del trattato di Lisbona sottende a questi organismi non ai popoli. Il fondo ESM (chiamato erroneamente salva stati) è costituito da banche internazionali.


La procedura di "salvataggio" (bailout) è sempre la stessa ed è anche ben nota sui siti ufficiali.
Il paese in difficoltà fa partire la richiesta formale di "aiuto".
La commissione europea (EC) insieme alla BCE ed eventualmente anche il Fondo Monetario Internazionale (FMI) cosiddetta "Troika" valutano il rischio e le reali necessità finanziarie del paese.
Sulla base della valutazione della necessità il Board dei direttori del fondo ESM fanno una proposta di "aiuto" sotto forma di un piano finanziario al paese in difficoltà.
Contemporaneamente l'insieme di EC, BCE e FMI preparano un memorandum che stabilisce le condizioni a cui il paese deve "sottostare" per poter fruire della proposta.
Solo quando il paese richiedente avrà mostrato "piena adesione" al memorandum sarà reso disponibile il piano finanziario proposto. Nel frattempo la BCE assicura il cosiddetto prestito ponte per far fronte alle difficoltà fino all'avvio del piano finanziario completo.



La procedura è scritta nel regolamento che definisce la nascita del fondo ESM dopo che la stessa è stata attuata e collaudata attraverso prassi consolidata di accordi tra "pochi" stati, durante i periodi di crisi a cavallo tra il 2008 e il 2010.

Infatti si è passati da una forma di istituzione privata quale era il EFSF alla forma di istituzione intergovernativa quale è attualmente il fondo ESM.

Questa procedura non ha alcun fondamento democratico e non è assolutamente contemplata nei trattati istitutivi della Unione Europea.

Si tratta di pratiche consolidate nei rapporti tra un debitore ed un creditore.

Quello che ogni giorno un qualsiasi cliente di una banca (consumatore o imprenditore) si trova ad affrontare.

Evidentemente il fallimento di una delle banche internazionali più quotate, la Lehman Brothers, ha spaventato i creditori internazionali al punto che ora prestano soldi solo senza rischi ed i governi, soprattutto nel grande mercato unico europeo, si sono praticamente genuflessi al punto da assicurargli tutte le garanzie del caso.

Il senso di comunità non esiste e non è mai esistito.

L'accordo chiuso con la Grecia prevede altri prestiti, altri soldi forniti al governo greco sotto determinate condizioni, per sopperire alle presenti e future esigenze finanziarie di quel paese. Quell'accordo rinvia soltanto di qualche anno il vero problema che oggi interessa solo la Grecia ma domani interesserà tutti gli noi.

Il problema è l'assenza di sovranità. La sovranità appartiene al popolo che determina le scelte democratiche per poter garantire lo sviluppo e un elevato livello di occupazione e di protezione sociale nel proprio territorio.

Tornando al caso Grecia, il creditore più esposto è il fondo EFSF che ha emesso titoli per 130 miliardi di euro. Il 30 giugno quando è scaduta la rata di 1,6 miliardi al Fondo Monetario Internazionale, la Grecia è diventata insolvente. Il fondo EFSF ha già decretato la fine della Grecia ancor prima che ci fosse il referendum.

Il popolo greco ha deciso di non accettare le condizioni. I paesi dell'Eurogruppo con a capo la Germania, hanno semplicemente atteso l'esito e la proposta del governo Tsipras. Sedersi al tavolo e dichiarare apertamente che si vuole trovare un compromesso con lo stesso sistema che ha determinato l'attuale condizione della Grecia, è stato un suicidio assistito. Come se avesse detto chiaramente: ho bisogno ancora di voi e dei vostri soldi.

L'accordo è stato fatto passare come una forma di "aiuto". In realtà l'accordo non prevede alcun "aiuto" o per lo meno non chiamiamoli tali. Perchè sono semplicemente nuove aperture di credito, nuovi finanziamenti di un valore pari al valore delle prossime rate in scadenza nel breve periodo in attesa che il governo cominci ad incassare i nuovi "sacrifici" al suo popolo sotto forma di avanzo primario. Con questo metodo non si aiuta un paese, ma lo si rende schiavo della finanza.

Per generare sviluppo bisogna valorizzare i fattori produttivi inutilizzati ed affinchè sia sostenibile bisogna guardare a nuovi indici di valutazione della condizione umana, economica, sociale e ambientale e non solo allo sterile Prodotto Interno Lordo (PIL).

La soluzione a mio avviso c'è ed esiste anche nelle attuali condizioni complicate in cui si è infilata l'Unione Europea.

Visto lo stato di emergenza della Grecia e dei paesi con elevati livelli di debito bisogna subito attuare una moratoria tramite un solido accordo politico tra creditori e Stati sovrani.

La moratoria consiste in una sospensione della restituzione della sorte capitale del debito per un periodo sufficientemente lungo, dell'ordine di decenni (o addirittura eterna) in modo tale da mettere lo Stato sovrano in reali condizioni di auto-finanziarsi il proprio modello di sviluppo calzato sulle reali possibilità offerte dai fattori produttivi inutilizzati nel proprio paese. In tal modo lo stato membro evita ulteriori piani finanziari che servono solo a ripagare rate scadute di prestiti precedentemente contratti. Nel caso attuale della Grecia almeno 50% degli 84 miliardi proposti serviranno a ripagare le rate di altri debiti contratti in precedenza.

Lo stato deve semplicemente riconoscere il pagamento degli interessi alle condizioni agevolate che decideranno gli altri stati della comunità in pieno spirito di solidarietà.
In tal modo i creditori internazionali devono sottostare alle condizioni degli stati e non il contrario.
Nel contempo bisogna assicurare i servizi e le forniture di base per il buon funzionamento dello Stato e per questo si possono emettere speciali certificati cartacei con cui l'amministrazione centrale deve pagare stipendi e pensioni. I certificati devono essere liberamente trasferibili e fruttiferi di un piccolo interesse per chi li detiene. Dentro o fuori dall’euro quella quasi-moneta o IOU's come sono identificati nel gergo accademico i pagherò (le cambiali IOU sta per I Owe You), sono quello che serve ai greci ed ai paesi sotto forti pressioni del debito per riattivare l'economia reale, intraprendere e lavorare.
L'ex ministro delle finanze greco, Varoufakis, è stato allontanato anche perchè ha dichiarato che ne avrebbe fatto uso. Chiunque in Europa parla di monete complementari all'Euro viene fatto fuori. Perchè il giocattolo del sistema finanziario si guasterebbe senza l'Euro e senza la necessità di utilizzare quella benedetta (o maledetta) moneta.
Ricordate che le banconote che avete in tasca non hanno valore intrinseco. Sono solo il mezzo per poter acquistare un bene o un servizio a cui noi assegniamo un valore reale in funzione delle nostre necessità o bisogni da soddisfare. Chi vi dice che senza Euro non si può vivere è parte del sistema che lo ha generato. Il caso Grecia è l'inizio della fine e soprattutto ha dimostrato che dall'Euro si può uscire altrimenti non lo avrebbero fatto rientrare tra le opzioni possibili. Chi esce sta meglio e chi rimane perde l'opportunità di speculare sui paesi più esposti col debito.
Ripeto ancora una volta quello che ho sempre affermato: l'Euro è una moneta falsa!
Il Patto di Stabilità e Crescita è la rovina dell'Europa e andrebbe cancellato.
Il fondo ESM deve chiudere e restituire tutti i soldi ai relativi stati che vi hanno contribuito.
Il Fiscal compact deve essere cancellato ridando piena sovranità economica ai singoli stati. Solo così potremmo cominciare a parlare di Europa. Altrimenti è finita.