Guardare avanti all’anno che verrà o rievocare i risultati dell’anno appena terminato?
A me piace volgere lo sguardo al futuro consapevole che si possa sempre far meglio di quanto si è fatto.
Va bene essere ottimisti, mai abbattersi di fronte alle difficoltà ma è importante non perdere il contatto con la realtà.
Quindi prendiamo coscienza della reale situazione intorno a noi.
Immaginiamo come vorremmo che fosse.
Lavoriamo con forza di volontà e proiettiamoci verso quella meta.
1. Lavoro … Il numero di disoccupati è pari a 3 milioni 410 mila. Non esiste regola che possa creare lavoro al di là del fatto che sia giusta o sbagliata. Quindi la soluzione non sta nella riforma del mercato del lavoro (Jobs Act), perché non potrà certo generare posti di lavoro. Sono le idee a generare posti di lavoro, che con gli investimenti pubblici e privati vengono realizzate e sostenute. Gli investimenti pubblici vengono programmati nella legge di stabilità e se sono validi dovrebbero attrarre anche quelli privati. Io non ne ho trovati, anzi c’è un dato inconfutabile che mostra un calo del 2,1% della spesa per investimenti. A parte qualche sgravio fiscale e contributivo alle imprese che assumono, se la stabilizzazione del bonus di 80 euro per il quale si spenderanno circa 10 miliardi di euro dobbiamo chiamarlo investimento, allora io sono pronto per il ministero dell’economia. Con il M5S al governo sposterei parte delle risorse della spesa corrente verso gli investimenti per rilanciare i trasporti pubblici locali, per finanziare le start-up più innovative nel campo delle energie rinnovabili, per valorizzare le piccole e micro imprese dell’agroalimentare, del turismo, per la conservazione del patrimonio pubblico e per la ricerca.
2. Europa e Euro … il progetto della moneta unica è ad un bivio ed il 2015 è l’anno della verità. È importante distinguere il progetto dell’unione europea dall’unione monetaria. Chi protegge l’euro facendo leva sui principi fondanti dell’Unione Europea prende in giro i cittadini. Il trattato dell’Unione Europea (Maastricht e Lisbona poi) prevede la piena autonomia degli stati membri nel decidere la propria politica economica, al fine di traguardare la piena occupazione. Il progetto dell’euro ha imposto delle regole fiscali (vincoli al posto di obiettivi comuni) che si sono sostituite agli obiettivi dei trattati e ne hanno completamente travisato il senso. Il regolamento che ha generato l’euro è il n.1466 del 1997 che è lo stesso che ha poi generato il Fiscal Compact. Il parlamento italiano solo quest’anno ha rinviato per ben due volte il raggiungimento del pareggio di bilancio, prima al 2016 e poi al 2017. Evidentemente c’è la certezza di non poterlo raggiungere ed anziché rivedere le regole si decide di posticipare la sua applicazione. L’unica soluzione è quella di aprire una fase costituente a livello europeo per annullare il Fiscal Compact e ritornare all’applicazione del trattato dell’unione europea, riscrivendo l’impianto giuridico della moneta unica. Altrimenti sarà conveniente per tutti tornare alle proprie valute nazionali.
3. Presidente della Repubblica … A mio avviso deve avere una caratteristica su tutte: il coraggio di affrontare con determinazione le regole europee che violano i principi della nostra costituzione. Noi del M5S dovremmo cominciare da dove abbiamo lasciato nel 2013 la partita del Quirinale. Incontrare nuovamente Rodotà e con lui almeno i successivi due nella lista: Zagrebelsky e Imposimato. Trovare almeno delle possibili convergenze sul metodo per scandagliare la società italiana ed individuare un profilo valido per la candidatura. Infine proporre la nostra scelta al PD e solo in caso di rifiuto valutare eventuali proposte da parte loro.
4. Movimento … È in atto una metamorfosi. Il movimento ha generato un gruppo parlamentare. Ma il gruppo parlamentare non è il movimento o meglio il movimento non si esaurisce nel gruppo parlamentare. Lo staff di Beppe Grillo si è dotato di una struttura di rappresentanza. Come ho affermato in altre occasioni, era già così sin dall’inizio ma mancava l’ufficialità. Adesso è il momento di guardare avanti e oltre il gruppo parlamentare. L’organizzazione si è resa necessaria per interagire con un sistema politico incentrato sui partiti. Quindi il gruppo in parlamento ne sta assumendo sempre di più le sembianze. Nel senso che si sono create le condizioni per cui a singoli individui si attribuissero il diritto e la capacità di interpretare da soli lo spirito collettivo. Questo era inevitabile e necessario, ma non è sufficiente per attuare la rivoluzione che vogliamo. La rivoluzione consiste nel riportare i cittadini a partecipare attivamente alla vita politica del proprio paese. Questa rivoluzione la possiamo attuare solo con il movimento ovvero la libera associazione di cittadini che è fuori dalle istituzioni. I partiti per come si sono formati nella storia d’Italia esprimono una logica politica centralistica, quindi se ci lasciamo andare in questa deriva perdiamo la nostra missione.
Il movimento deve continuare ad essere un aggregatore sociale, una comunità di persone che discute di problematiche sociali, culturali e politiche dal basso verso l’alto. Deve inglobare le energie e la vitalità degli individui a partire da dove si svolgono le attività concrete della vita, creando organismi sempre più vasti. Deve riscoprire i principi ed i valori fondanti e deve assolutamente vivere di proprie iniziative. Deve fare da stimolo alle iniziative parlamentari piuttosto che vivere di luce riflessa delle azioni dei parlamentari. Solo così si potrà compiere la rivoluzione culturale auspicata e portare tra qualche anno propri rappresentanti al Governo del paese. Il paese ha bisogno di noi, ma dobbiamo smetterla di guardare con sospetto il nostro amico d’avventura. La nostra comunità deve avere gli anticorpi ai mali della società ma un eccesso di anticorpi può mettere a rischio anche le cellule sane dell’organismo.
5. Riforme … Il processo di riforme intrapreso dal Governo e dalla attuale maggioranza sta mettendo fortemente a rischio gli equilibri della costituzione italiana. Il guaio più grosso è pensare che riformare le nostre strutture costituzionali potesse riattivare lo stato di salute economico e sociale del nostro paese. Questo è quanto il Governo sta facendo credere ai cittadini. La realtà è che si vuole semplicemente aumentare il potere del Governo riducendo gli intoppi parlamentari. Le attività in parlamento del prossimo anno cominceranno appunto dalle votazioni al disegno di legge di riforma costituzionale che prevede tra l’altro l’eliminazione del senato elettivo e la sua trasformazione in camera delle autonomie locali. Noi siamo fortemente contrari a questo disegno che insieme alla riforma elettorale sta riducendo il potere dei cittadini. Basta citare due esempi per capire le intenzioni del Governo: viene aumentato il numero di firme necessario al deposito di una proposta di legge di iniziativa popolare, dalle attuali 50.000 a 150.000; per l’istituzione del referendum abrogativo saranno necessarie 800.000 firme di elettori, anziché 500.000. Se vogliamo veramente immaginare anche in questo ambito un futuro migliore dobbiamo cominciare a pensare ad una fase costituente per l’intera Europa. Solo una organizzazione politica continentale potrebbe determinare una vita futura al progetto europeo. Una classe politica nuova che guardi ad un progetto di costituzione europeo è l’unica via d’uscita da questo stallo continentale. Il movimento è l’unico partito, che pur mettendo in discussione l’impianto dell’euro, crede fortemente nel concetto di Comunità Europea e potrebbe anche a livello continentale determinare fortemente l’indirizzo politico dell’Unione. Prepariamoci al peggio ed immaginiamo come poter ricostruire sulle macerie di una Europa che la finanza ha deviato dal suo progetto iniziale.
A me piace volgere lo sguardo al futuro consapevole che si possa sempre far meglio di quanto si è fatto.
Va bene essere ottimisti, mai abbattersi di fronte alle difficoltà ma è importante non perdere il contatto con la realtà.
Quindi prendiamo coscienza della reale situazione intorno a noi.
Immaginiamo come vorremmo che fosse.
Lavoriamo con forza di volontà e proiettiamoci verso quella meta.
1. Lavoro … Il numero di disoccupati è pari a 3 milioni 410 mila. Non esiste regola che possa creare lavoro al di là del fatto che sia giusta o sbagliata. Quindi la soluzione non sta nella riforma del mercato del lavoro (Jobs Act), perché non potrà certo generare posti di lavoro. Sono le idee a generare posti di lavoro, che con gli investimenti pubblici e privati vengono realizzate e sostenute. Gli investimenti pubblici vengono programmati nella legge di stabilità e se sono validi dovrebbero attrarre anche quelli privati. Io non ne ho trovati, anzi c’è un dato inconfutabile che mostra un calo del 2,1% della spesa per investimenti. A parte qualche sgravio fiscale e contributivo alle imprese che assumono, se la stabilizzazione del bonus di 80 euro per il quale si spenderanno circa 10 miliardi di euro dobbiamo chiamarlo investimento, allora io sono pronto per il ministero dell’economia. Con il M5S al governo sposterei parte delle risorse della spesa corrente verso gli investimenti per rilanciare i trasporti pubblici locali, per finanziare le start-up più innovative nel campo delle energie rinnovabili, per valorizzare le piccole e micro imprese dell’agroalimentare, del turismo, per la conservazione del patrimonio pubblico e per la ricerca.
2. Europa e Euro … il progetto della moneta unica è ad un bivio ed il 2015 è l’anno della verità. È importante distinguere il progetto dell’unione europea dall’unione monetaria. Chi protegge l’euro facendo leva sui principi fondanti dell’Unione Europea prende in giro i cittadini. Il trattato dell’Unione Europea (Maastricht e Lisbona poi) prevede la piena autonomia degli stati membri nel decidere la propria politica economica, al fine di traguardare la piena occupazione. Il progetto dell’euro ha imposto delle regole fiscali (vincoli al posto di obiettivi comuni) che si sono sostituite agli obiettivi dei trattati e ne hanno completamente travisato il senso. Il regolamento che ha generato l’euro è il n.1466 del 1997 che è lo stesso che ha poi generato il Fiscal Compact. Il parlamento italiano solo quest’anno ha rinviato per ben due volte il raggiungimento del pareggio di bilancio, prima al 2016 e poi al 2017. Evidentemente c’è la certezza di non poterlo raggiungere ed anziché rivedere le regole si decide di posticipare la sua applicazione. L’unica soluzione è quella di aprire una fase costituente a livello europeo per annullare il Fiscal Compact e ritornare all’applicazione del trattato dell’unione europea, riscrivendo l’impianto giuridico della moneta unica. Altrimenti sarà conveniente per tutti tornare alle proprie valute nazionali.
3. Presidente della Repubblica … A mio avviso deve avere una caratteristica su tutte: il coraggio di affrontare con determinazione le regole europee che violano i principi della nostra costituzione. Noi del M5S dovremmo cominciare da dove abbiamo lasciato nel 2013 la partita del Quirinale. Incontrare nuovamente Rodotà e con lui almeno i successivi due nella lista: Zagrebelsky e Imposimato. Trovare almeno delle possibili convergenze sul metodo per scandagliare la società italiana ed individuare un profilo valido per la candidatura. Infine proporre la nostra scelta al PD e solo in caso di rifiuto valutare eventuali proposte da parte loro.
4. Movimento … È in atto una metamorfosi. Il movimento ha generato un gruppo parlamentare. Ma il gruppo parlamentare non è il movimento o meglio il movimento non si esaurisce nel gruppo parlamentare. Lo staff di Beppe Grillo si è dotato di una struttura di rappresentanza. Come ho affermato in altre occasioni, era già così sin dall’inizio ma mancava l’ufficialità. Adesso è il momento di guardare avanti e oltre il gruppo parlamentare. L’organizzazione si è resa necessaria per interagire con un sistema politico incentrato sui partiti. Quindi il gruppo in parlamento ne sta assumendo sempre di più le sembianze. Nel senso che si sono create le condizioni per cui a singoli individui si attribuissero il diritto e la capacità di interpretare da soli lo spirito collettivo. Questo era inevitabile e necessario, ma non è sufficiente per attuare la rivoluzione che vogliamo. La rivoluzione consiste nel riportare i cittadini a partecipare attivamente alla vita politica del proprio paese. Questa rivoluzione la possiamo attuare solo con il movimento ovvero la libera associazione di cittadini che è fuori dalle istituzioni. I partiti per come si sono formati nella storia d’Italia esprimono una logica politica centralistica, quindi se ci lasciamo andare in questa deriva perdiamo la nostra missione.
Il movimento deve continuare ad essere un aggregatore sociale, una comunità di persone che discute di problematiche sociali, culturali e politiche dal basso verso l’alto. Deve inglobare le energie e la vitalità degli individui a partire da dove si svolgono le attività concrete della vita, creando organismi sempre più vasti. Deve riscoprire i principi ed i valori fondanti e deve assolutamente vivere di proprie iniziative. Deve fare da stimolo alle iniziative parlamentari piuttosto che vivere di luce riflessa delle azioni dei parlamentari. Solo così si potrà compiere la rivoluzione culturale auspicata e portare tra qualche anno propri rappresentanti al Governo del paese. Il paese ha bisogno di noi, ma dobbiamo smetterla di guardare con sospetto il nostro amico d’avventura. La nostra comunità deve avere gli anticorpi ai mali della società ma un eccesso di anticorpi può mettere a rischio anche le cellule sane dell’organismo.
5. Riforme … Il processo di riforme intrapreso dal Governo e dalla attuale maggioranza sta mettendo fortemente a rischio gli equilibri della costituzione italiana. Il guaio più grosso è pensare che riformare le nostre strutture costituzionali potesse riattivare lo stato di salute economico e sociale del nostro paese. Questo è quanto il Governo sta facendo credere ai cittadini. La realtà è che si vuole semplicemente aumentare il potere del Governo riducendo gli intoppi parlamentari. Le attività in parlamento del prossimo anno cominceranno appunto dalle votazioni al disegno di legge di riforma costituzionale che prevede tra l’altro l’eliminazione del senato elettivo e la sua trasformazione in camera delle autonomie locali. Noi siamo fortemente contrari a questo disegno che insieme alla riforma elettorale sta riducendo il potere dei cittadini. Basta citare due esempi per capire le intenzioni del Governo: viene aumentato il numero di firme necessario al deposito di una proposta di legge di iniziativa popolare, dalle attuali 50.000 a 150.000; per l’istituzione del referendum abrogativo saranno necessarie 800.000 firme di elettori, anziché 500.000. Se vogliamo veramente immaginare anche in questo ambito un futuro migliore dobbiamo cominciare a pensare ad una fase costituente per l’intera Europa. Solo una organizzazione politica continentale potrebbe determinare una vita futura al progetto europeo. Una classe politica nuova che guardi ad un progetto di costituzione europeo è l’unica via d’uscita da questo stallo continentale. Il movimento è l’unico partito, che pur mettendo in discussione l’impianto dell’euro, crede fortemente nel concetto di Comunità Europea e potrebbe anche a livello continentale determinare fortemente l’indirizzo politico dell’Unione. Prepariamoci al peggio ed immaginiamo come poter ricostruire sulle macerie di una Europa che la finanza ha deviato dal suo progetto iniziale.
PS:
Propositi ed obiettivi per il 2015:
- Partecipare al tavolo tecnico per la definizione dei dettagli operativi della norma inserita nella legge di stabilità che prevede per imprese e famiglie la sospensione del pagamento della quota capitale dei mutui.
- Discussione della mozione mezzogiorno in calendario d'aula alla Camera per il mese di gennaio. Link
- Discussione della mozione Spending review da calendarizzare.
- Raccolta firme per il referendum sull'uscita dall'euro.
- Realizzare un convegno sul confronto di idee per lo sviluppo sostenibile per le piccole e medie imprese.
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