sabato 18 maggio 2013

Settimana n.20

Nell'ultima settimana si è entrati nel vivo del lavoro in commissione che si erano formate la settimana precedente ... direi: finalmente!
Faccio parte della V commissione Bilancio e mi auguro di fare un buon lavoro durante tutta la legislatura anche grazie al contributo di tutti Voi e delle Vs segnalazioni, che sono certo non mancheranno.
Era quello che aspettavamo dal giorno in cui abbiamo eletto il presidente della camera per poter lavorare concretamente alle azioni legislative ed a svolgere il nostro ruolo di "Protezione Civile", ovvero unica vera opposizione critica e costruttiva nel Parlamento.
La notizia delle commissioni è passata in secondo piano, poichè tutta l'attenzione mediatica si era concentrata sulla questione delle diarie e dei rimborsi dei parlamentari 5 stelle, per la quale seguirà a breve un post dedicato.
Tornando al lavoro svolto in commissione ed in aula questa settimana (disegno di legge 35/2013) ecco qui una sintesi, che in realtà riprende il lavoro di circa un mese e mezzo. Infatti il decreto in questione è stato prima trattato in commissione speciale e poi trasferito alla commissione bilancio per competenza.
Di cosa parla il DL_35? ... di Debiti!
Il DL_35 tratta di soldi pubblici che serviranno ad estinguere i debiti della Pubblica Amministrazione dovuti alle imprese che hanno svolto lavori per enti pubblici o abbiano fornito prodotti e/o servizi per la  P.A.
Qualcuno potrebbe chiedere ... Per onorare un debito la P.A. ha bisogno di una legge apposita?
Sì ... e questa è una delle conseguenze del fatto che abbiamo deciso di adottare una moneta unica con altri stati dell'Unione Europea. Pertanto in virtù di quell'accordo l'Italia non deve superare certi limiti (3%) di rapporto tra l'ammontare del deficit (entrate meno uscite) ed il totale del prodotto interno lordo (il famoso PIL cioè quanto produce la nazione).
Ecco perchè prima di questo decreto il precedente Governo ha "chiuso i rubinetti" (soldi) a tutti gli enti pubblici, bloccando tutti i pagamenti anche per quanto già realizzato e consegnato dalle imprese.
Quindi il decreto si è reso indispensabile per ottenere l'approvazione dal Parlamento e dall'Unione Europea per poter sbloccare almeno 40 miliardi di euro ed onorare quei debiti già contratti.
Non si conosce a quanto ammonta il totale dei debiti della P.A. ma il Governo ha valutato in 40 miliardi la capacità di copertura finanziaria che non modifica l'equilibrio tra entrate e uscite dello stato per poter rimanere nel famoso 3% massimo di rapporto deficit/PIL. Naturalmente per poter trovare i fondi il Governo ha dovuto spostare un pò di risorse finanziarie (soldi!) da altri capitoli di spesa.
E qui viene il bello, ovvero il ruolo di garanzia che il movimento 5 stelle ha svolto in tutto il processo di discussione del decreto in Parlamento. Il M5S, infatti ha cercato di proporre emendamenti (modifiche) al disegno di legge affinchè fossero garantiti i diritti dei cittadini, dei lavoratori e delle piccole e medie imprese che, tramite questo decreto, attendevano il pagamento del lavoro svolto.
Il disegno di legge aveva notevoli margini di miglioramento come ribadito da più parti durante le audizioni fatte in Parlamento con diversi enti quali Comuni (ANCI), Province (UPI), Regioni, Imprese etc. etc. ma per mancanza di tempo e viste le urgenze del paese si è preferito non riguardare tutto in maniera approfondita.
Ecco perchè la ns posizione di astenuti al voto in aula motivato principalmente dal fatto che confidiamo in ulteriori margini di miglioramento al senato.
Alcuni degli emendamenti fatti dal M5S e recepiti dal Governo hanno interessato i seguenti punti:
All'art.3 abbiamo inserito una clausola che impedisce alla P.A. di aumentare la pressione fiscale sui cittadini per poter reperire i fondi utili a pagare le imprese, ma piuttosto la possibilità di agire sulla spesa corrente dove si celano le inefficienze della P.A.
All'art.6 abbiamo inserito una norma che permetta di pagare comunque le aziende che non sono apposto con il DURC (attestazione della regolarità contributiva) utilizzando un metodo già largamente utilizzato in ambito di appalti pubblici. Ovvero l'ente pagatore si sostituisce all'impresa nel regolarizzare la posizione dei contributi non versati ai lavoratori utilizzando parte del debito dovuto alla impresa. Per esempio se una impresa non aveva pagato i contributi previdenziali per il lavoro svolto dai suoi dipendenti, perchè in difficoltà finanziarie dovute anche al credito non riscosso da parte del Comune. Il Comune all'atto del pagamento del debito con l'impresa salda prima i contributi e poi, con il resto paga l'impresa.
All'art.1 è passato un emendamento che definisce un criterio cronologico per il pagamento dei debiti più anziani, ma solo dopo che l'ammontare totale di disponibilità finanziarie sia stato ripartito in maniera proporzionale tra le regioni, provincie e comuni. Noi del M5S avremmo preferito stabilire un criterio puramente cronologico a livello nazionale affinchè le aziende con crediti vantati da più tempo fossero ripagate per prima.
Purtroppo ci sono stati anche alcuni nostri emendamenti che non sono stati accolti e bocciati dalla maggioranza, anche se condivisi nel merito, quali ad esempio il finanziamento al fondo di garanzia per le piccole imprese attraverso la rinuncia dei rimborsi elettorali o la contribuzione "volontaria" dei partiti.
In questo modo gli effetti del decreto sul tessuto economico italiano, fatto prevalentemente di piccole e micro-imprese, avrebbe avuto nuova linfa per riattivare la circolazione di denaro per finanziare nuovi progetti e posti di lavoro.
Altri emendamenti invece sono stati da noi bocciati per divergenze politiche profonde, come ad esempio quello che escludeva l'EXPO dai progetti su cui tagliare per poter reperire fondi per le imprese. In pratica il Governo ha ritenuto l'appuntamento con l'expo talmente strategico per l'economia italiana, da affermare nel decreto n.35 che non si deve assolutamente rivedere la spesa prevista anche a costo di far attendere quelle imprese che hanno già fatto lavori per la P.A. ma che non hanno ricevuto il pagamento.
Credo che sulla base di tutta questa trattazione si possa ben comprendere quanti margini di miglioramento avesse questo decreto. Pertanto la nostra posizione a riguardo è stata l'astensione per dimostrazione che il decreto con qualche aggiustamento ulteriore avrebbe potuto fare di più. Infatti non dimentichiamo che 40 miliardi sbloccati adesso non coprono nemmeno il 50% di tutti i debiti presunti della P.A.
Ci auspichiamo che al senato si possa fare qualcosa di più per ampliare la capacità del decreto. A quel punto saremmo pronti a votare a favore perchè riteniamo ignobile dover far attendere le imprese (che stanno chiudendo per crediti non per debiti), soprattutto quando a pagare deve essere la pubblica amministrazione.
Quel debito lo farei pagare a coloro che nell'amministrare la cosa pubblica hanno dimostrato di non saperli gestire da buoni padri di famiglia.

Confido in ciascuno di voi affinchè diffondiate quanto stiamo facendo. In tal modo potete dimostrare che siamo anche un movimento ricco di idee e proposte e non solo di protesta. Ho utilizzato parole semplici ed efficaci per spiegarvi argomenti legislativi, quali per esempio il disegno di legge che ha polarizzato il lavoro parlamentare dell'ultimo mese dapprima in commissione speciale e poi in commissione bilancio.
Spero di aver fatto cosa gradita.
Un saluto
Francesco

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