Lo scorso giovedì ho presentato questa mia nota al Ministro per lo Sviluppo Economico, Federica Guidi.
Ho condiviso questa nota anche con tutti i colleghi della commissione di inchiesta sul fenomeno della Contraffazione.
In attesa di una risposta da parte del ministero, mi farebbe piacere ricevere anche qualche commento dai miei lettori.
Ecco la nota.
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Ho condiviso questa nota anche con tutti i colleghi della commissione di inchiesta sul fenomeno della Contraffazione.
In attesa di una risposta da parte del ministero, mi farebbe piacere ricevere anche qualche commento dai miei lettori.
Ecco la nota.
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Ill.mo Ministro
L’elemento più stupefacente per chi si affaccia per la prima volta alla esperienza parlamentare sta nello scoprire in ogni occasione, che gli strumenti ISTITUZIONALI atti ad ovviare ogni criticità ci sono tutti.
Ma la distanza tra quello che dovrebbe essere e quello che è, è abissale; ed è in crescita.
Quindi anche per la questione della lotta alla contraffazione la responsabilità della attuale situazione disastrosa è da ascrivere al mancato azionamento delle leve esistenti.
Inoltre la evoluzione naturale degli eventi ha esteso il campo di azione all’intero pianeta e ha approfondito il problema che oggi è aggravato dalle nuove tecnologie disponibili che sono diffuse e hanno anche costi molto modesti.
In questo contesto lo sforzo necessario in termini di mezzi, tempo, determinazione e fantasia necessari si amplia enormemente e si impone un immediato ripensamento della azione anti contraffazione.
Dalla accezione quasi esclusivamente repressiva e nazionale si deve passare ad una fase più ariosa che, lungi dal soffocare con controlli asfissianti le poche aziende rimaste a produrre il vero made in Italy, le si deve promuovere con opportuni strumenti da mettere a punto.
Infatti i controlli (tutti, nessuno escluso) si traducono in costi per il sistema della P. A. e in aggravi di adempimenti per le imprese con tutto vantaggio proprio per i concorrenti esteri privi di scrupoli che si vorrebbe contrastare.
Si impone cioè un drastico cambio di “filosofia” che utilizzi la burocrazia per aiutare le imprese e non più solo per controllarle.
Dopo questa premessa mi preme sottolineare la necessità di fare una riflessione metodologica: non dobbiamo più indugiare in analisi statistiche più o meno attendibili o recenti; la contraffazione c’è e va contrastata per garantire la stessa sopravvivenza delle nostre imprese che sono le uniche creatrici di ricchezza dalla quale si attingono i mezzi che mantengono in vita anche l’intero apparato pubblico.
Le proposte e quindi le discussioni su argomenti concreti ritengo che debbano essere il centro della nostra attività tenendo presente che la maggior parte delle contraffazioni avvengono fuori dal territorio nazionale e quindi sfuggono alla possibilità di repressioni. Questo elemento è centrale per capire come la filosofia poliziesca da sola non è più sufficiente a rispondere alle necessità odierne.
Peraltro il fenomeno è così diffuso da poter dire che è stato permesso ed è cresciuto a causa della mancanza di una “metodologia” efficace e non solo di “metodi” efficaci!
La modernizzazione dell’approccio è l’obiettivo del nostro lavoro e la mancanza di un approccio efficace è la questione da rimuovere!
Infine vorrei sottolineare che in queste ore l’euribor –che è un dato europeo e non solo italiano- è sceso a livelli mai visti prima. Questo dato misura la straordinaria differenza quantitativa tra offerta di moneta (peraltro non sostenuta dalla Bce come qualcuno potrebbe credere) e sua domanda che è al minimo storico. Cioè è la misura certa della dimensione della crisi attuale e di quella che vivremo nei prossimi mesi. Più e meglio di ogni statistica (che interviene a posteriori, meglio ribadirlo) questo dato misura quello che è e quello che sarà il livello della crisi. Tutto ciò significa inoppugnabilmente che non solo non è stato fatto a sufficienza per contrastare le difficoltà delle nostre imprese ma che le si sono aggravate tanto da indurle a rinunziare anche solo a piccoli investimenti.
Come si è capito l’intera questione è di basilare importanza e mi appassiona molto, quindi non farò mancare il mio modesto approccio al dibattito che, sono certo, sarà determinante per il futuro della nostra economia.
L’elemento più stupefacente per chi si affaccia per la prima volta alla esperienza parlamentare sta nello scoprire in ogni occasione, che gli strumenti ISTITUZIONALI atti ad ovviare ogni criticità ci sono tutti.
Ma la distanza tra quello che dovrebbe essere e quello che è, è abissale; ed è in crescita.
Quindi anche per la questione della lotta alla contraffazione la responsabilità della attuale situazione disastrosa è da ascrivere al mancato azionamento delle leve esistenti.
Inoltre la evoluzione naturale degli eventi ha esteso il campo di azione all’intero pianeta e ha approfondito il problema che oggi è aggravato dalle nuove tecnologie disponibili che sono diffuse e hanno anche costi molto modesti.
In questo contesto lo sforzo necessario in termini di mezzi, tempo, determinazione e fantasia necessari si amplia enormemente e si impone un immediato ripensamento della azione anti contraffazione.
Dalla accezione quasi esclusivamente repressiva e nazionale si deve passare ad una fase più ariosa che, lungi dal soffocare con controlli asfissianti le poche aziende rimaste a produrre il vero made in Italy, le si deve promuovere con opportuni strumenti da mettere a punto.
Infatti i controlli (tutti, nessuno escluso) si traducono in costi per il sistema della P. A. e in aggravi di adempimenti per le imprese con tutto vantaggio proprio per i concorrenti esteri privi di scrupoli che si vorrebbe contrastare.
Si impone cioè un drastico cambio di “filosofia” che utilizzi la burocrazia per aiutare le imprese e non più solo per controllarle.
Dopo questa premessa mi preme sottolineare la necessità di fare una riflessione metodologica: non dobbiamo più indugiare in analisi statistiche più o meno attendibili o recenti; la contraffazione c’è e va contrastata per garantire la stessa sopravvivenza delle nostre imprese che sono le uniche creatrici di ricchezza dalla quale si attingono i mezzi che mantengono in vita anche l’intero apparato pubblico.
Le proposte e quindi le discussioni su argomenti concreti ritengo che debbano essere il centro della nostra attività tenendo presente che la maggior parte delle contraffazioni avvengono fuori dal territorio nazionale e quindi sfuggono alla possibilità di repressioni. Questo elemento è centrale per capire come la filosofia poliziesca da sola non è più sufficiente a rispondere alle necessità odierne.
Peraltro il fenomeno è così diffuso da poter dire che è stato permesso ed è cresciuto a causa della mancanza di una “metodologia” efficace e non solo di “metodi” efficaci!
La modernizzazione dell’approccio è l’obiettivo del nostro lavoro e la mancanza di un approccio efficace è la questione da rimuovere!
Infine vorrei sottolineare che in queste ore l’euribor –che è un dato europeo e non solo italiano- è sceso a livelli mai visti prima. Questo dato misura la straordinaria differenza quantitativa tra offerta di moneta (peraltro non sostenuta dalla Bce come qualcuno potrebbe credere) e sua domanda che è al minimo storico. Cioè è la misura certa della dimensione della crisi attuale e di quella che vivremo nei prossimi mesi. Più e meglio di ogni statistica (che interviene a posteriori, meglio ribadirlo) questo dato misura quello che è e quello che sarà il livello della crisi. Tutto ciò significa inoppugnabilmente che non solo non è stato fatto a sufficienza per contrastare le difficoltà delle nostre imprese ma che le si sono aggravate tanto da indurle a rinunziare anche solo a piccoli investimenti.
Come si è capito l’intera questione è di basilare importanza e mi appassiona molto, quindi non farò mancare il mio modesto approccio al dibattito che, sono certo, sarà determinante per il futuro della nostra economia.
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